
La Clamidia
La clamidia è un’infezione sessualmente trasmissibile (IST) causata dal batterio Chlamydia trachomatis. Può avere manifestazioni lievi o, addirittura, decorrere in maniera asintomatica; tuttavia, in una percentuale di casi, può dare luogo a complicazioni severe e a lungo termine.
Come si trasmette?

La clamidia si trasmette tramite rapporti sessuali vaginali, anali o orali.
Un’ altra forma di trasmissione è quella cosiddetta verticale, ossia da madre a neonato durante il parto. In questo ultimo caso, il neonato alla nascita potrà sviluppare congiuntivite e polmonite da clamidia.
Quali sono i sintomi principali?
L’infezione da clamidia può, a volte, decorrere in maniera asintomatica. Si stima che il 50% degli uomini e fino all’80% delle donne sia infetto senza sintomi.
Quando, invece, l’infezione si presenta con sintomi, questi compaiono circa 1-3 settimane dopo il contagio e si presentano con:
- prurito e secrezioni dal pene, a volte accompagnati da dolore ai testicoli, per gli uomini;
- prurito vaginale, aumento delle secrezioni, irritazione, episodi di spotting nelle donne;
- la trasmissione per via anale si può avere una proctite: vale a dire una infiammazione della mucosa del retto, che si presenta con dolori e, talvolta, perdite mucopurulente o sanguinamenti;
- la trasmissione per via orale, invece, si può andare incontro a faringite da clamidia.
Le persone affette da clamidia hanno una probabilità maggiore, rispetto a chi non ha la clamidia, di trasmettere/acquisire l’HIV.
La sindrome di Reiter
In casi più rari la clamidia può dare un’infezione sistemica: ovvero che interessa tutto l’organismo. Si parla dell’artrite reattiva (sindrome di Reiter), che ha un interessamento delle articolazioni, delle congiuntive e della pelle, o del linfogranuloma veneree; malattia molto diffusa in Africa o nel continente asiatico.
Se trattata precocemente, questa malattia è facilmente curabile. Tuttavia se trascurata può portare a complicanze a lungo termine come sterilità e problemi al sistema riproduttivo femminile.
Come diagnosticare la clamidia?
L’infezione da clamidia viene individuata attraverso test molecolari (la metodica PCR usata anche per la diagnosi del coronavirus), che sono molto affidabili e oggi sono considerati i test di riferimento per la diagnosi di infezione da clamidia.
Questi test permettono di ricercare la clamidia sia in tamponi endocervicali e/o uretrali, che in tamponi vaginali, rettali, orali o in campioni di urine.

Se il risultato dovesse dare esito positivo è necessario testare anche i partner sessuali. Quando si ricercano altre IST è buona norma eseguire anche test HIV .
Se si ha il sospetto di avere questa malattia o, semplicemente si vuole fare uno screening generale (che andrebbe fatto almeno una volta all’anno se si ha una vita sessuale attiva), ci si può rivolgere ad uno dei centri di malattie infettive o ambulatori MST/IST sparsi su tutto il territorio nazionale. Molto spesso questi test vengono forniti in maniera gratuita ed anonima.
Come curare la clamidia?
La clamidia è un batterio che risponde bene ad alcune classi di antibiotici. Il trattamento solitamente prevede la somministrazione di macrolidi (azitromicina) o tetracicline (doxiciclina). Importante anche trattare i partner ed evitare rapporti fino ad una settimana dopo il completamento della terapia.
Come prevenire l’infezione da clamidia?
La prevenzione si basa sull’utilizzo del preservativo in tutti i rapporti. Abbiamo visto che la clamidia si trasmette anche con i rapporti anali e orali pertanto è importante proteggersi anche durante questo tipo di attività sessuale, soprattutto se il partner è occasionale.
Se vuoi saperne di più sulle altre malattie sessualmente trasmissibili ti invito a cliccare sull’approfondimento: MST
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